Tagli alla ricerca: il prof. Giordano invita l’assessore Trombetti ad “imporre la meritocrazia per i giovani di valore”

06.07.2010 17:18


Dal quotidiano Il Mattino – Intervista di Antonio Pappalardo

 

Sul piano da 300 milioni illustrato dall’assessore regionale Trombetti è fiducioso e all’ex rettore della Federico II dà un consiglio: «Imponga davvero la meritocrazia all’università campana e resista a chi gli farà difficoltà».

A parlare è Antonio Giordano, professore di anatomia patologica dell’università di Siena che divide il suo tempo tra la direzione del centro anticancro Sbarro di Philadelpia e la presidenza del Ceinge di Mercogliano. E sul blocco degli scrutini e delle sedute di laurea contro il piano Gelmini attacca: «Non è giusto protestare in questo modo perché a pagare sarà solamente l’anello più debole della catena: gli studenti. E non è giusto».

L’assessorato all’Università ha a disposizione 300 milioni. E tra le priorità c’è quello di bloccare la fuga di cervelli. «Nel Sud, in Campania, non mancano uomini di valore penalizzati però dalla mancanza di infrastrutture essenziali come laboratori o centri di ricerca. Ottimo che Trombetti pensi a loro come priorità perché la fuga di queste persone crea effetti paradossali e spesso sconosciuti».

Del tipo?

«Pensi alle grandi campagne che finanziano la ricerca contro il cancro. Su ogni euro donato, 90 centesimi vanno ai centri di ricerca del Nord. Con i paradossi che il Sud è più generoso nelle offerte, sono i suoi ricercatori che lavorano al Nord. E i malati dei centri settentrionali vengono dal Mezzogiorno...».

E quindi?

«Ripartiamo dalla nostra ricchezza, da valenti ricercatori e scienziati che al Sud lavorano veramente in trincea. Ne conosco a decine, bravissimi, che lavorano in maniera anonima portandosi sulle spalle responsabilità enormi».

L’ex rettore, infatti, vuole trattenere queste persone in Campania e mette sul piano una rete tra università e imprese per la ricerca.

«In linea di principio sono d’accordo con Trombetti ma io nutro dei dubbi sul ruolo delle imprese. La ricerca deve nascere nelle università che deve avere più attenzione e potenzialità. Poi le imprese che sinora, diciamo la verità, si sono rivelate, specialmente nel Mezzogiorno, un po’ asfittiche quando si è trattato di investire».

In questi giorni in alcune facoltà si è deciso di protestare contro i tagli imposti dalla Gelmini: sospendendo sedute di laurea ed esami. Gli studenti, pur concordi, lamentano però di pagare lo scotto più pesante.

«Per prima cosa concordo che debba esserci una selezione, anche a livello didattico. Sacrosante le proteste ma non è giusto far pesare tutto sugli studenti, non si può tenerli in ostaggio per un sistema che non funziona a dovere. Io invece devo appoggiare e premiare, come accade negli Usa, lo studente, l’anello più debole. È una cosa di una gravità incredibile: io dico ai miei colleghi, protestate ma espellete anche chi, tra di voi, non lavora. E sono molti: questo è il cancro dell’università italiana».

Ha un consiglio da dare all’assessore Trombetti?

«Progetti splendidi i suoi ma mi auguro che riesca a resistere a quelli che faranno difficoltà quando si tratterà di imporre meritocrazia dell’università. Per questo, gli suggerisco, non s’avvalesse per i programmi importanti di persone che negli ultimi anni hanno trascinato il sistema nella melma. E formi, per questo piano, una squadra di giovani motivati ed estranei a certi vecchi giri di potere».

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