SULLA SCENA POLITICA RITORNA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA TRA NOSTALGICI E NUOVE GENERAZIONI. PRONTI I CANDIDATI ALLE PROSSIME REGIONALI

09.03.2015 12:41

Ritorna la Democrazia Cristiana, quella originale, "quella forza che ha fatto grande l’Italia" ,come recita lo slogan appena si apre la home page del sito ufficiale www.democraziacristianaonline.info. Ritorna il partito che rappresenta anche una gran parte della storia politica del nostro paese e farà la sua prima uscita ufficiale in occasione delle prossime elezioni regionali. Gli elettori dovranno scegliere i candidati di Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Per quanto riguarda i comuni, tra i più importanti ci sono: Venezia, Trento, Bolzano, Andria, Arezzo.

La Democrazia cristiana non è stata mai dichiarata sciolta e dunque completamente riabilitata dalla Sentenza della Suprema Corte di Cassazione n 25.999 del dicembre 2010.Il logo è quello storico, ossia lo scudo crociato (nella foto) nato con la costituzione del partito nel 1943 e con la prima guida del governo presieduto da Alcide De Gasperi nel 1945. Un percorso nuovo basato sulle vecchie tradizioni, un partito storico che da una parte intende raccogliere i nostalgici e i veri democristiani e dall’altra ha l’arduo compito di trasmettere valori e tradizioni politiche alle nuove generazioni che non conoscono e non hanno vissuto l’era democristiana.

Intanto le  iniziative non mancano e fervono i preparativi per divulgare al massimo il ritorno sulla scena politica. Già lo scorso 25 febbraio in piazza Santi Apostoli, a Roma, si è svolta la manifestazione della DC a sostegno del neo-eletto Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella, uno degli esponenti più illustri di quello che è stato il più grande Partito popolare italiano.
Il sit-in è stato guidato dal Segretario Politico Nazionale Angelo Sandri, dal Segretario Organizzativo Nazionale Mioara Done, dal Segretario Regionale D.C. del Lazio Franco De Simoni, dal Segretario nazionale Vicario Cav. Mario Petrillo  e da altri dirigenti ed esponenti della scena politica attuale, nonchè da un centinaio di persone tra iscritti, simpatizzanti e comuni cittadini, giunti grazie anche a un'intensa pubblicità via social network.

 

L'obiettivo comune è stato consegnare alla massima carica dello Stato una lettera in cui si comunica il ritorno della storica Balena Bianca sulla scena politica attuale dopo anni di ingiusta persecuzione giudiziaria e si esprime la necessità di difendere i valori cristiani nella nostra società e in un mondo sempre più globalizzato ed esposto a minacce di vario tipo, con l'urgenza di restituire all'Italia una dignità e una maggiore rilevanza nel panorama politico internazionale.

Un po’ di storia

La Democrazia Cristiana è un partito politico italiano costituito nel 1943 da ex esponenti del Partito popolare da gruppi cattolici antifascisti e da giovani provenienti dall'Azione Cattolica. Ottenuta la guida del governo con A. De Gasperi, la DC si affermava come partito di maggioranza relativa alle elezioni per l'Assemblea Costituente del 1946. Le elezioni del 1948, con la DC a quasi il 50% dei suffragi, confermavano il ruolo assunto dal partito come "diga anticomunista". Durante la segreteria di A. Fanfani (1954-59), leader della corrente di Iniziativa democratica, veniva potenziata l'organizzazione del partito e si avviava un processo di inserimento di esponenti democristiani negli enti statali (in particolare nell'ENI). Dimessosi Fanfani, Iniziativa democratica si divideva, dando vita alla nuova corrente di maggioranza dei "dorotei"; a essa apparteneva A. Moro che, nel 1959, diveniva il nuovo segretario. Moro avviava una strategia di avvicinamento ai socialisti che il Congresso di Napoli (1962) consacrava nella politica di "centro-sinistra" sfociata nel governo Fanfani (DC-PSDI-PRI) con l'appoggio esterno del PSI. Nella prima metà degli anni Settanta, con Fanfani alla guida del partito, la DC restava fedele alla formula del centro-sinistra e si impegnava nella campagna per l'abolizione del divorzio, venendo però sconfitta dall'esito del referendum del 1974. 

Alle elezioni del 1975-76 il partito accusava un calo di voti dovuto allo spostamento dell'elettorato a sinistra e in particolare verso il PCI. A tale insuccesso si cercava di reagire con la segreteria di B. Zaccagnini (1975), fautore di un programma di riammodernamento del partito e di moralizzazione della vita pubblica. Moro cercava inoltre di dare una stabile direzione al Paese con la formula della "solidarietà nazionale", cioè l'inserimento dei comunisti nell'area di governo al fine di assicurare all'esecutivo un sostegno parlamentare comprendente tutti i partiti dell'arco costituzionale. Ma l'uccisione di Moro da parte delle Brigate rosse (1978) bloccava il progetto. Dopo le elezioni anticipate del 1979, la DC cedeva per la prima volta la guida dell'esecutivo a un laico, G. Spadolini (1981-82). Il nuovo segretario C. De Mita (1982), dopo la sconfitta elettorale del 1983 e la conseguente perdita della guida del governo a favore del socialista Craxi (1983-86), riusciva a rilanciare il partito e diveniva capo del governo (1988). Ma nel congresso del 1989 si formava una nuova maggioranza, che nominava A. Forlani alla segreteria, la cui gestione era caratterizzata dal rapporto preferenziale con i socialisti. Nelle elezioni del 1992 la DC subiva però un serio ridimensionamento, mentre le inchieste della magistratura coinvolgevano lo stesso Forlani. Il nuovo segretario M. Martinazzoli avviava nel 1993 un radicale processo di trasformazione della DC, cambiandone il nome in Partito popolare italiano (PPI). Subito contestata la decisione, ed essendo Martinazzoli, insieme ad altri, fuoriuscito dal partito creandone, di fatto, uno nuovo (il Congresso, unico organismo deputato allo scioglimento di un partito non è mai stato celebrato), un gruppo di tesserati ha continuato, insieme con il compianto sen. Flaminio Piccoli, ha tenere in vita la Democrazia Cristiana storica. Nel 1998, dopo un periodo di riorganizzazione territoriale, la DC si è ripresentata alle elezioni amministrative: in modo particolare al Comune di Isernia ottenendo un 9,8% di consensi ed alle provinciali nella Regione Siciliana ottenendo, in media, un brillante 2,5%. Successivamente ha partecipato a diverse competizioni elettorali conseguendo enormi risultati dal punto di vista di consensi. Sempre nel 1998 è presente nel Consiglio Regionale del Molise con un Consigliere Regionale e con un Assessore. Nel 2004 si presenta, in maniera poco ortodossa, grazie ad una scelta sbagliata dell'allora segretario Giuseppe Pizza, sotto le insegne di Paese Nuovo. Il risultato fu alquanto deludente. Subito dopo tale avventura lo stesso Segretario fu sfiduciato e fu eletto Angelo Sandri alla guida. Riconfermato al successivo XX congresso lo stesso è ancora il Segretario Politico

 

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