Protesta universitaria con esami a " lume di candela "

06.07.2010 17:09

Questa volta sono anche i presidi universitari a fare la voce grossa contro i tagli alla ricerca previsti dalla riforma Gelmini e dalla recente manovra finanziaria. La difesa della cultura, della conoscenza, della formazione e dei futuri sbocchi lavoativi dopo il conseguimento della laurea vede schierati non solo insegnanti e studenti. I tagli provocheranno ''una drastica riduzione dei docenti e la chiusura di alcuni corsi, mentre diverse facolta' potrebbero diventare a numero programmato''. Lo hanno denunciato, in particolare, i presidi delle Facolta' umanistiche dell'Universita' La Sapienza di Roma nel corso della conferenza stampa in cui e' stata annunciata una protesta simbolica ed originale con l’iniziativa degli esami 'a lume di candela'.
Il 13 luglio, dunque ''gli esami si svolgeranno al buio intorno alle 21 nell'atrio della facolta', accenderemo forse solo le candele. Sempre la prossima settimana, dal 12 al 14 luglio, terremo gli esami all'aperto nelle stradine e nei viali all'interno della citta' universitaria. Un modo per far capire che con questi tagli corriamo il rischio di finire in strada'', ha spiegato il preside della Facolta' di Lettere e Filosofia, Franco Piperno, per il quale con i tagli ''si va verso facolta' a numero programmato''.
Alla protesta contro i tagli partecipano le quattro facolta' umanistiche di Lettere e Filosofia, Studi Orientali, Filosofia e Scienze Umanistiche. ''Abbiamo capito che soltanto con azioni 'violente' come queste possiamo suscitare l'attenzione su questi problemi'', ha aggiunto Piperno, il quale ha sottolineato anche l'adesione degli studenti alla mobilitazione.
''In cinque anni La Sapienza perdera' oltre un terzo dei docenti, circa 1.300-1.400 professori - ha spiegato il preside della facolta' di Scienze umanistiche, Roberto Nicolai - Avremo quindi un blocco del ricambio dei docenti. Dal 'turn over' arriveremo al 'game over' dell'universita'''.
I docenti hanno annunciato che il 65% dei ricercatori (48 su 74) di Lettere hanno deciso che se non cambiera' nulla, non assumeranno incarichi didattici e molti corsi potrebbero non partire.

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