POSILLIPO: DAVANTI C'E' IL MARE, DIETRO UNA MONTAGNA CHE SI SBRICIOLA, LO STORICO COSTONE TUFACEO CHE SCENDE DA VIA PETRARCA

03.04.2012 15:55

Sono trascorsi oltre 20 giorni dal crollo di enormi massi e non è cambiato nulla. Nessun intervento di ripristino, nessun programma di messa in sicurezza, nessuna risposta a coloro che vivono nella zona.

E' tutta transennata l'area a ridosso di piazza San Luigi, a Posillipo, dove, giovedì sera,15 marzo, si sono staccati tre grandi massi di tufo dal costone su cui poggia Via Petrarca. E' stata sfiorata la tragedia. Nel momento in cui si è verificato il crollo non c'era fortunatamente nessuna persona nella zona. Ad attutire la caduta dei massi sono stati gli alberi del giardino sottostante. Uno spazio verde, tra i pochi rimasti in città, metà preferita dei bambini e dei ragazzi del quartiere che spesso improvvisano partite di pallone o corse in biciclette. Adesso è tutto vietato, tutto transennato, tutti diffidati dal praticare l'area. Anche l'antica fonderia Gemito, sistemata proprio nella montagna di tufo, avrà difficoltà a portare avanti la propria attività.

Negli anni 20 che è cominciata l'opera di costruzione degli edifici di Piazza San Luigi, scavando nella montagna di tufo, la stessa che oggi ha diverse infiltrazioni e crea preoccupazione per i residenti. Un tempo, luogo sicuro e ricovero per i civili nel periodo della grande guerra.

Il grande costone tufaceo che guarda verso il mare e scende dalla famosa via Petrarca fino alle aree abitate di via Posillipo è diventata nel tempo, grazie ai piccoli incavi che si sono creati spontanemante nel tufo, meta e nido ideale per numerosi gabbiani. Uno scenario anche bello a vedersi, ma purtroppo sono soltanto quegli uccelli che fino ad oggi, paradossalmente si sono interessati di quella montagna che insiste in una delle zone più belle e più antiche di Napoli.

Per il resto solo abbandono, infiltrazioni d'acqua mai ripristinate, auto danneggiate a causa di piccoli e grandi crolli, ultimo in odine di tempo quello del 15 marzo scorso.

L'Amministrazione comunale ha già inviato sul posto tecnici e geologi, ma non si sa ancora nulla degli interventi da effettuare, del vero rischio crollo della parete rocciosa e soprattutto dei tempi.

Se davanti c'è il mare dietro c'è una montagna di tufo che si sbriciola, lentamente, distruggendo anche i nidi e i luoghi di riposo dei gabbiani, gli unici che continuano a guardare dall'alto ciò che succede in questa bella e strana città. 

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