L'AMIANTO E IL CANCRO. TRA I LABORATORI DEGLI USA E DELL'ITALIA IL TEAM DEL PROF. ANTONIO GIORDANO PROSEGUE LA RICERCA SUL MESOTELIOMA, AVVIATA DAL PADRE 27 ANNI FA

20.09.2011 12:10

 


Sulle orme del padre Giovan Giacomo, che nel 1984, dimostro’ come l’esposizione alle fibre di amianto, anche a livelli minimi, era causa di malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose (mesoteliomi), Antonio Giordano, presidente del comitato scientifico del Centro di Ricerche Oncologiche Mercogliano (CROM) e direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia (USA), ha concentrato una parte delle proprie ricerche scientifiche allo studio del mesotelioma.

 Il gruppo scientifico del Crom coordinato dalla dott.ssa Francesca Pentimalli e diretto dal Prof. Giordano, anche sulla scorta di precedenti studi dello Sbarro Institute,  è infatti riuscito ad identificare dei nuovi potenziali agenti anti-tumorali che potrebbero rivelarsi efficaci nel trattamento di questa neoplasia. La dott.ssa Pentimalli, oncologa molecolare del Crom, è stata recentemente invitata a tenere una conferenza sull’argomento al Festival della Scienza, che si terra’ a Genova il prossimo 21 ottobre.

 

Professore, quale il bilancio di questi anni trascorsi in Italia?

Sicuramente positivo. Ho avuto modo di constatare la passione, l’ingegno, l’inventiva, la tenacia dei nostri giovani ricercatori, capaci affrontare sacrifici e difficolta’ pur di inserirsi nel mondo del lavoro.

Gli italiani sono veramente preparati e a contatto con un sistema efficiente e rigoroso  come quello americano producono molto velocemente e con successo.

In Italia, nonostante le intenzioni di cambiamento, rimaniamo impantanati nella burocrazia.

 

Un esempio

Sara’ banale ma se un reagente a Philadelphia riesco ad averlo in un giorno in Italia ci impiego settimane. Questo significa che l’amministrazione e’ ancora troppo lenta. Lo stesso ricercatore riuscira’ a produrre con tempi diversi a secondo dell’ambiente scientifico in cui si trovera’ ad operare.

 

Non teme di poter divenire impopolare con queste dichiarazioni?

Sono sincero. Il primo a dolermene sono proprio io che, orgoglioso delle mie origini, vorrei per il mio Paese e per la mia citta’, il giusto successo. Troppo spesso, con rammarico, sono costretto a constatare che la ricerca rimane vittima delle scelte politiche. I continui “tagli economici”, ora anche negli Usa, compromettono il suo sviluppo.

 

 

Quando e come ha deciso di occuparsi del mesotelioma?

Gia’ agli inizi degli anni ottanta mio padre, Giovan Giacomo, allora capo della Anatomia Patologica dell’Istituto dei Tumori di Napoli, insieme a Francesco Maranta, si dedico’ alla questione dell’amianto e agli effetti che il suo uso provocava sui 1300 operai che lavoravano per la manutenzione delle ferrovie dello Stato presso le Officine di Santa Maria La Bruna. Tanti, troppi erano in quel periodo quelli che morivano, sfruttati da industriali che costruivano la loro fortuna sulla pelle dei lavoratori  e delle loro famiglie. Anche grazie alle denunce di uomini coraggiosi come mio padre e Franco Maranta sono state emanate delle leggi a tutela dei lavoratori. Appena ho potuto ho incluso nei miei programmi di ricerca lo studio di questa complessa malattia.

 

In cosa consiste la scoperta?

I ricercatori, in un lavoro che è stato pubblicato circa tre mesi fa e che ha gia’ avuto un’ampia risonanza internazionale, hanno valutato nuove molecole (del tipo pirazolo[3,4-d] pirimidina che inibiscono la chinasi Src, un consolidato bersaglio molecolare nella terapia del cancro) e hanno dimostrato che questi inibitori inducono in maniera efficace la morte delle cellule tumorali mentre non mostrano effetti tossici su linee cellulari di mesotelio normale, sostenendo così un possibile uso di questi agenti per un trattamento sicuro del mesotelioma. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Oncogene, mostra inoltre che questi agenti antitumorali inducono la stabilizzazione nel nucleo di un noto inibitore del ciclo cellulare, la proteina p27. Un dato particolarmente interessante considerato che la perdita di espressione di p27 nucleare è un noto fattore prognostico negativo nel mesotelioma mentre la localizzazione nucleare di p27 è cruciale per la sua funzione di oncosoppressore.

 

Ci descrive gli effetti dell’amianto?

La lesivita’ dell’amianto e’ strettamente collegata all’inalazione delle fibre eventualmente disperse nell’aria. Dopo essere state inalate alcune vengono eliminate altre rimangono nei polmoni per sempre. La malattia ha una latenza di circa 15-30 anni e si manifesta con fiato corte, dolore al petto e tosse persistente. Talvolta i pazienti lamentano un dolore alla scapola o alle parti basse della schiena.  Sono sintomi comuni: mai sottovalutarli ma sottoporsi ad un controllo medico.

 

Il prossimo progetto

Sicuramente continuero’ la ricerca sul mesotelioma perche’ ritengo fondamentale approfondire la realazione ambiente - cancro. Proprio in quest’ottica ho cercato, in questi mesi, di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei politici sulla questione dei rifiuti tossici a Napoli, sul pericolo dei roghi abusivi di rifiuti, sulla necessita’ di istituire un registro tumori che ci consentirebbe di individuare le zone in cui si concentrano i casi.

Studi epidemiologici sulla popolazione potrebbero indirizzare la ricerca sulle maggiori necessita’ e sulle reali priorita’ della gente.

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