LA TV DA SALVARE, BERSAGLIO DI CHI LA GUARDA , DI CHI A FA E DI CHI GOVERNA

07.02.2011 00:13

La televisione italiana ormai aggredita e criticata da chi la guarda, da chi la fa e da chi governa il paese. Sono recenti le notizie sul duro attacco del Movimento italiano genitori contro il Grande Fratello, sulla tv giudicata “pessima” dal conduttore Paolo Bonolis e sulla tv urlata e senza contenuti evidenziata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

A questo punto nasce davvero l’esigenza di fare qualcosa. Di certo non bisogna spegnerla perché sarebbe un provvedimento poco curativo ed efficace, considerando che quel piccolo giocattolo, che in ogni caso si lascia guardare, è diventato lo specchio del paese e talvolta ne regala anche un’immagine peggiore di quella reale.

La vera esigenza è quella di offrire maggiori possibilità a chi studia ed inventa i programmi, lo spazio di autori e ideatori si è ridotto al minimo anzi al nulla ed ogni cosa che va in onda non è pensata né ragionata, ecco perché le critiche fioccano da più parti.

Il primo duro attacco è partito nei giorni scorsi dal Movimento Italiano Genitori contro il Grande Fratello.

“Questa edizione del Grande Fratello ci riserva ogni settimana solo squallide sorprese: cos'altro potrebbe accadere oltre l'episodio del concorrente che perfino in diretta televisiva si rende protagonista dell'ennesimo turpiloquio davanti ai telespettatori?”. Queste le parole di Elisabetta Scala, responsabile dell'Osservatorio media del Moige (Movimento italiano genitori), a proposito della presunta bestemmia di Nando in studio.

“A questo punto non si può più procrastinare la chiusura di una delle trasmissioni peggiori che il nostro sistema televisivo offre agli utenti: è questo il nostro appello in difesa almeno della decenza, della buona educazione e del rispetto per il pubblico. Ci auguriamo prosegue Scala - di non dover più intervenire al riguardo, nella speranza che la produzione decida una volta per tutte di scrivere la parola fine a questo misero programma. In attesa di un presa di posizione chiara, desideriamo rinnovare anche l'invito a tutti gli inserzionisti, affinché, come ha già fatto il Gruppo Barilla con i suoi numerosi marchi, si rifiutino di mandare in onda nel corso della trasmissione i loro spot pubblicitari”

Poi è stata la volta di Paolo Bonolis che ha commentato l'attuale momento che sta vivendo il piccolo schermo. "Non è un periodo felice per la televisione italiana, ma non è mai un punto di non ritorno. Quando io sono andato sopra le righe l'ho sempre detto, ho sempre avvertito.  Facevo varietà. Quella che vediamo adesso è la realtà. Un Paese sano espellerebbe quello che stiamo vedendo. Evidentemente tanto sani non siamo. Però la televisione gridata non fa gli ascolti previsti, anzi: quelli che strepitano ormai se li filano in pochi". Per Bonolis "si può fare televisione pessima con grandi ascolti o buona televisione con pochi ascolti. Ultimamente - sottolinea - vedo pessima televisione con pochi ascolti".

"La tv è stata invasa da quel mondo mediocre che ha invaso anche la politica continua il conduttore -  C'è tanta gente mediocre che vuole avere gli stessi privilegi di chi la televisione la sa fare. C'è gente che fa televisione solo per dire 'faccio televisione'. Ma quella non è televisione".

Ed infine la dura critica del Capo dello Stato. “Troppa cronaca nera, troppa giudiziaria su giornali e tv-dice Giorgio Napolitano - Ormai questi fatti prendono spesso e volentieri il posto di notizie essenziali, come quelle internazionali. E poi c'è troppa informazione gridata. É una gara a chi urla di più – prosegue il il capo dello Stato - non è colpa della stampa se nella politica lo scontro ha raggiunto livelli di guardia. Però occorrebbe anche una informazione più responsabile, più pacata, affinchè ci sia un clima politico di maggiore correttezza e sobrietà. Diamoci tutti una calmata, questo è il senso delle parole del presidente. Resettiamo tutto e ricominciamo a fare la tv di tutti e per tutti, di contenuto, di pubblica utilità e di vera informazione.

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