LA POVERA SARAH SCAZZI CAMBIA IL VOLTO DELLA TV E DELL’INFORMAZIONE

14.11.2010 21:39

E’ uno spettacolo inutile sul dolore altrui oppure è un’occasione buona per dare un volto diverso all’informazione televisiva?
La rivoluzione mediatica che è scoppiata intorno al caso della morte di Sarah Scazzi mostra contorni e caratteristiche diverse, stimola i dibattiti e smuove le coscienze della gente. Lettori, telespettatori e radioascoltatori si dimostrano sempre più attratti da questa vicenda, ma soprattutto dalla notizia che verrà data nel prossimo Tg.
In fondo altri casi precedenti, come il delitto di Cogne, l’uccisione del piccolo Tommaso Onofri e la tragica morte dei fratellini di Gravina di Puglia, ci hanno abituato  a seguire tutti i mezzi di comunicazione con un interesse speciale, ci hanno portato a comprendere meglio la realtà che ci circonda facendo luce, anche davanti alla tv, negli angoli più oscuri della nostra vita.
Perchè, quindi, meravigliarsi adesso? Perché stupirsi che quotidiani come Repubblica o Corriere della Sera hanno dedicato anche quattro pagine al delitto dell’anno ancora pieno di misteri? Perché polemizzare sull’invasione di cineoperatori e giornalisti davanti alla cantina della morte, quando poi, nello stesso tempo, le scalette e i palinsesti vengono sconvolti da improvvisati talk show che continuano a macinare ascolti cercando risposte, mostrando lacrime, bugie e frasi sospette con collegamenti in diretta?
Io credo che la povera Sarah Scazzi oltre al fatto di essere stata vittima di mostri, gelosie oppure altro che la magistratura saprà dirci, sta contribuendo, involontariamente e a sua insaputa ad un cambiamento di rotta della tv e  nel contempo, dell’informazione a 360°. La terribile vicenda di Avetrana è una notizia e una storia che non può non essere raccontata, che va oltre l’interesse generale, che potrebbe aiutare ognuno di noi a guardarsi intorno e dare maggiore valore al nucleo familiare, al rapporto genitori-figli che rischia di sgretolarsi del tutto, a causa di una società troppo frettolosa e alla continua ricerca del benessere e del consumismo.
La televisione sta facendo anche questo, ma bisogna riflettere su un ulteriore aspetto. Le ampie pagine sui quotidiani nazionali e i lunghi e numerosi servizi televisivi hanno letteralmente soppiantato il gossip, gli inutili botta e risposta della politica attuale, la casa di quello o di quell’altro. Argomenti che non rientrano, per alcun motivo, in un contesto informativo, né possono interessare l’opinione pubblica, ma solo distrarla da problemi più seri.
Il terribile destino di Sarah ha sconvolto, senza dubbio, il nostro vivere quotidiano, ma la tv  delle ultime settimane è la chiara testimonianza dell’esigenza, da parte dei giornalisti, di ritornare in strada per dare la notizia, per cercare la verità, per seguire un’inchiesta parallelamente a quella giudiziaria, insomma per ritornare a fare cronaca, cronaca vera. E’ la stessa tv che ha mostrato l’autore del gesto che ha portato alla morte dell’infermiera rumena Maricica Hahaianu, è la stessa tv che ha trasmesso in tutto il mondo il salvataggio dei 33 minatori in Cile e che, ancora prima, ha dato la forza a tutti di resistere sotto terra grazie alla possibilità di comunicare in video con l’esterno. E’ la tv che fa cronaca e che dovrebbe fare sempre cronaca, fornendo una sana informazione e notizie di interesse generale

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