LA GRAPPA: IL FAMOSO DISTILLATO DI VINACCE PRODOTTO ANCHE A TUTELA DELL’AMBIENTE GRAZIE AL PROGETTO LIFEGAT

18.01.2011 12:40

 

Il termine grappa deriva dal latino “raspus”, uva, in uso durante il medioevo. Nel volgare delle regioni del NORD ITALIA erano inoltre diffusi i termini “raspon”, “rapo”, “grapo”, “rappe”, “raspe”, o anche “graspa”, come veniva definita la vinaccia, espressione comunque tuttora usata da alcuni produttori.

Per definizione legale, la grappa è l'acquavite ottenuta dalla distillazione delle vinacce fresche fermentate.

In particolare, si chiamano grappe di monovitigno, quelle ottenute distillando la vinaccia di un solo tipo di uva, o più genericamente grappe con nomi di fantasia, quando non è dichiarata la varietà dell'uva che ha originato la vinaccia. Attualmente,  il termine "grappa" è riservato al distillato di vinaccia prodotto in Italia; alle altre Nazioni resta lecito usare solamente dizioni come "acquavite di vinaccia" o "distillato di vinaccia". In Italia, la produzione di grappa oscilla ora attorno ai 33 milioni di bottiglie.

La grappa è il vanto della distilleria italiana. La grappa, in quanto acquavite, è stata concepita nell’ambito degli studi della Scuola Salernitana che, intorno all’anno Mille, codificò le regole della concentrazione dell’alcol attraverso la distillazione e ne prescrisse l’impiego per svariate patologie umane garantendo ai distillati un imperituro successo. Le vinacce, materia prima alcoligena povera (rispetto al vino, tanto per fare un esempio, contengono i due terzi di alcol in meno), ma molto diffusa, furono immediatamente prese in considerazione e, della loro acquavite, si parla già nel 1400.

Ancora potremmo dire che la data di nascita potrebbe essere considerata il 1451 in quell’anno Ser Everardo di Cividale dei Friuli morì lasciando in eredità un alambicco: una postilla ai margini del rogito reca la parola “grape”. Non si sa se questo termine equivalga all’odierno “grappa, ma è certo che il distillato esisteva già.

Attraverso la ricerca degli alchimisti, si giunge a una svolta verso la produzione di un liquore forte, degno di essere considerato veramente capace di annientare alcune malattie che angustiavano l'uomo fin dall'antichità più remota (prima fra tutte l'artrite). Uno dei primi ricercatori ad eseguire esperimenti sui derivati del vino e delle scorie dell'uva, fu il catalano Arnàn de Villanova, medico e filosofo vissuto tra la seconda metà del "200 e i primi anni del "300. Le sue ricerche furono condannate dalla Chiesa, ma lui si ritirò in terra di Sicilia dove continuò le sue ricerche, favorito dall'ottima produzione di vino di quelle terre assolate. Quando morì, i suoi scritti furono messi al bando dall'inquisizione; tuttavia in Sicilia e in Spagna si cominciò a usare il termine "AGUARDIENTE" per indicare un liquido da considerarsi l'antenato della grappa nostrana. Lo stupore di Arnàn e di tutti i ricercatori nei due secoli successivi, fu che dai residui del vino si potesse ottenere un liquido che possedeva virtù tali da far ritenere che potesse garantire l'immortalità. Fin qui gli aspetti storici e merceologici del prodotto ma interessante è la notizia riguardante le Distillerie Francoli di Ghemme che applica per la produzione della Grappa il programma Impatto Zero, ideato da LifeGat. Un progetto di LifeGate nato dalla necessità di compensare le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Circa cento persone lavorano con orgoglio e passione affinché Distillerie Francoli possa perseguire il piacere di fare impresa offrendo ai propri clienti esperienze entusiasmanti nel rispetto dell'ambiente e del benessere delle persone. Usano energia pulita, per il riscaldamento riutilizzano le buccette e, a conferma della fortissima attenzione verso la qualità e la limpidezza, tutta l'azienda è a Impatto Zero. Impatto Zero è l’innovativo progetto italiano ideato nel 2001 da LifeGate che calcola, riduce e compensa le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone, eventi, prodotti e aziende con la tutela di foreste, in Italia e nel mondo, in grado di riassorbirle.

Impatto Zero calcola le emissioni di anidride carbonica di persone, attività, prodotti, aziende, eventi , fornisce attività di consulenza per ridurre la CO2 compensa le emissioni che non si possono ridurre. Il progetto si avvale di università e partner specializzati nel Life Cycle Assessment per il calcolo dell'impatto ambientale e collabora con enti pubblici, parchi e riserve per le attività di riforestazione e tutela dei terreni. 

Bios, ente certificatore riconosciuto dall'Unione Europea, certifica l'intera filiera del progetto Impatto Zero. A Distillerie Francoli sono stati assegnati 19,60 ettari di foresta tropicale in Costarica, uno dei polmoni verdi del nostro pianeta, messo a repentaglio dal disboscamento selvaggio, e a breve le grappe Francoli riporteranno in etichetta la certificazione “Impatto Zero” come garanzia di ecocompatibilità aziendale Distillerie Francoli è tra le prime aziende del mondo enogastronomico a sposare il progetto, sebbene a Impatto Zero abbiano già aderito nomi noti di altri settori, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. A dimostrazione della sensibilità nei confronti del tema ambientale, il presidente Alessandro Francoli ha recentemente compiuto un viaggio al Polo Nord per verificare, assieme alla spedizione guidata dal Generale dell’Aeronautica Raffaele Selvaggio, lo stato di questo ecosistema, su cui incombe la minaccia dello scioglimento dei ghiacci a causa dell’effetto serra. Un progetto ambizioso che vuole tutelare l’ambiente e comunicare ai tanti consumatori di grappa e non solo che tutti noi con un gesto possiamo contribuire a tutelare l’ambiente. Il portale internet lifegat.it descrive con analisi tecniche il problema ambiente e in home page colpisce una frase “voglio diventare ciò che sono”.  La scrittrice Marcella Danon rileva quanto segue: “La volontà è la funzione più importante e caratteristica dell'essere umano.  Ben lungi dall'essere una rigida pratica che forza a fare ciò che "si deve fare", o non fare ciò che "non si deve fare", come spesso viene fraintesa, la volontà è l'arte di "essere e agire", è la capacità di mettersi profondamente in contatto con se stessi e di attivarsi per trasformare da potenza in atto capacità, talenti, progetti, sogni.” Nel bere grappa riflettiamo su quanto dice la scrittrice.

 

 

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