LA BATTAGLIA CONTRO L'AMIANTO E' UNA BATTAGLIA DI CIVILTA'. FRANCESCO MARANTA RICORDA L'INCONTRO CON IL PROF. GIORDANO NEL 1979, QUANDO COMINCIO' LA SUA LOTTA

14.08.2011 10:15

di Francesco Maranta

Nel 1979 lavoravo presso le Officine di Sant’Maria la Bruna, vicino Napoli. In quelle officine circa 1.300 operai lavoravano per la manutenzione dei treni delle Ferrovie dello Stato. Nei vagoni si usava l'amianto e non erano previsti protocolli operativi per difendere la salute degli operai. Noi, per esperienza diretta, ci accorgemmo che l'amianto metteva a rischio la nostra salute. Registravamo con preoccupazione, casi di malattia tra i nostri colleghi. La direzione negava però ogni possibilità di rischio, dovuto all'utilizzo di amianto. Per dimostrare le nostre ragioni, prendemmo contatto con il professor Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna. Fu così che conobbi il professore Giovan Giacomo Giordano. Ricordo con precisione il momento in cui ci siamo incontrati. Nel 1984 durante una assemblea sindacale che si svolgeva nel piazzale antistante l’ingresso, mi fu presentato il professore Giordano. Aveva un volto sereno con un sorriso leggero. Mi disse “bravo, ti ho ascoltato e hai pronunciato parole giuste. La vostra battaglia contro l'amianto è una battaglia di civiltà. Difendere la salute è un dovere prima ancora che un diritto. Da quel giorno è sempre stato al nostro fianco. Ha sostenuto le nostre argomentazioni, con relazioni scientifiche che dimostravano la pericolosità dell’asbesto. E sempre ci ha dato indicazioni su come ridurre i rischi per le esposizione all'amianto. Mi piace ricordare questo episodio. Un giorno gli telefonai per dirgli che dovevo recarmi a Milano, per partecipare ad un incontro sindacale. Ero preoccupato perché ormai alcuni medici, sospinti dai grandi interessi, incominciavano a sostenere che anche per l’amianto si poteva parlare di limiti di tolleranza. Il professore Giordano era molto arrabbiato per queste posizioni. Mi disse di non preoccuparmi e mi fornì, nel giro di qualche ora, una relazione tecnica con la quale attestava che per l’amianto non esistono limiti di tolleranza e che anche una sola fibra poteva provocare un mesotelioma pleurico. Un esempio di come fosse sempre pronto a mettere a disposizione le sue conoscenze per noi. E parliamo di tempi in cui non esisteva internet e la disponibilità di informazioni era molto ridotta. Fu grazie a medici come lui, che furono al fianco dei movimenti sindacali, che nel 1992 il parlamento approvò la legge che impediva l'uso dell'amianto. Successivamente, divenuto consigliere regionale, ho avuto modo di far approvare una norma ancora più avanzata sul piano dei diritti e delle garanzie per i lavoratori. L’amianto ha provocato molte morti, e, purtroppo ne provocherà anche in futuro, perchè gli effetti dell'esposizione si manifestano anche dopo molti anni. Ma questa battaglia è stata vinta. E penso che senza uomini come il professore Giordano non avremmo ottenuto questo risultato. Lo ricordo così, generoso, sereno, di grande forza d'animo. Un uomo di scienza a servizio dell’umanità. Grazie.

 

**Nella foto Francesco Maranta affiancato dal figlio del prof. Giordano e da Antonio Bassolino e premiato per le sue battaglie contro l'amianto**

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