IL RIORDINO DELL’ISTRUZIONE TECNICA E PROFESSIONALE. GLI ISTITUTI ALBERGHIERI UTILI AL TURISMO E ALLA CRESCITA DEL LAVORO RISCHIANO DI SCOMPARIRE

04.04.2011 10:29

 

In questi anni la scuola professionale alberghiera ha vissuto anni d’incertezze senza una riforma che desse valore a un Istruzione Tecnica e Professionale che è stata sempre bistrattata relegandola ad un ruolo secondario. Nella Scuola Secondaria Superiore, tra gli altri docenti, è presente la figura professionale dell’Insegnante Tecnico Pratico (I.T.P.) il cui titolo di accesso è il Diploma di Scuola Secondaria Superiore. L’I.T.P. è un docente con competenze teorico-pratiche al quale è affidata la responsabilità in piena autonomia delle attività didattiche che si svolgono nei laboratori e in aula con lezioni frontali. Gli I.T.P. rappresentano da anni un insostituibile anello di congiunzione tra l’insegnamento meramente teorico di una disciplina e la necessità che la stessa sia compresa e capita dagli allievi al punto di saperla applicare nella pratica professionale. Essi sono già da tempo equiparati per dignità e parità di voto ai docenti laureati e sono riconosciuti giuridicamente ed economicamente docenti dal DLgs 1277/48 pubblicato sulla GU 6/11/1948 n. 259 (valutazione, scrutinio e conduzione della didattica) e la possibilità di far parte della Commissione degli Esami di Stato. Vorrei ribadire, pertanto, che la figura professionale del docente tecnico pratico venne istituito nel 1948 con successive modificazioni sino alla più recente CM 28/2000, con la quale all'insegnante tecnico pratico  "si applica lo stato giuridico e il trattamento economico e di carriera degli insegnanti".

Dall’anno scolastico 2010/2011 è entrato in vigore la riforma del  riordino dell’Istruzione Tecnica e Professionale che riserva molti interrogativi riguardante sia le ore laboratoriali e sia il ruolo che dovranno avere i docenti tecnico pratici. La Scuola Professionale Alberghiera ha una sua tipicità che non può essere snaturata, occorre, anzi rafforzare le tematiche di studio non sempre in linea con il mercato turistico alberghiero. Va inoltre ricordato che gli Istituti Professionali Alberghieri di Stato dovrebbero essere delle scuole albergo dove l’allievo dal primo anno di frequenza deve trovare tutte quelle caratteristiche tipiche di una struttura ricettiva. Invece la realtà è ben diversa, strutture fatiscenti e non corrispondenti alla tipicità alberghiera. La Scuola Alberghiera ha un ruolo primario e non secondario nel tracciare un primo solco nel vasto panorama ristorativo dove i protagonisti sono i nostri discenti formati da un team di docenti che grazie alla passione per la professione,  e al loro know now sanno trasmettere la cultura dell’ospitalità tecnica alberghiera. Voglio ricordare che molti direttori di albergo, Food and Beverage Manager e chef rinomati provengono dall’Istituto Professionale Alberghiero. In questi anni le tante riforme hanno cancellato la tipicità della scuola alberghiera dandogli un ruolo secondario con la difficoltà di competere con un mercato del lavoro che richiede competenza e professionalità. Il settore della ristorazione richiede risorse umane con una polivalenza culturale e linguistica, profonda conoscenza delle tradizioni del proprio territorio e alta professionalità, basata su qualità personali, acquisizioni di sapere, e abilità tecnica. Il settore Ristorativo e Albeghiero si presenta variegato con un ampio ventaglio di offerte che va aldilà della semplice ristorazione ma comprende tutte le diverse sfaccettature del gusto a 360 gradi. Il reclutamento del personale extra e non avviene tramite gli Istituti Professionali Alberghieri di Stato. Noi docenti Tecnico Pratici svolgiamo con mille difficoltà le ore laboratoriali dovute ad una riduzione delle derrate alimentari per mancanza di fondi, ore esigue nel biennio comune e carenze logistiche. Di recente la giornalista Lorena Loiacono del quotidiano Leggo pubblica una notizia allarmante per gli Istituti Tecni e Professionali che Vi riporto:Tecnici e professionali di nuovo all’angolo, tornano ad essere il fanalino di coda dell’istruzione pubblica: da settembre, infatti, perderanno quasi 10 mila docenti, la fetta più grande dei tagli previsti dalla Gelmini per la scuola superiore. Ed allora il rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, tanto decantato dal ministero di viale Trastevere, non ci sarà: la riforma dei tecnici, infatti, già dallo scorso anno ha ridotto l’orario settimanale da 36 a 32 ore per le prime classi, incassando però dal Consiglio di Stato il veto sul taglio orario anche per le classi intermedie, dal II al V anno.

Ma dal prossimo settembre la riduzione oraria sarà estesa a tappeto: il Miur, infatti, con la circolare sugli organici ha già inviato gli schemi di decreti interministeriali per la riduzione a 32 ore dell’orario settimanale nelle classi III degli istituti professionali e nelle classi III, IV e V degli istituti tecnici. Vale a dire che, per circa 750 mila studenti, l’orario diventerà “light” con la riduzione delle ore di matematica, informatica, laboratorio e materie tecniche. Una sforbiciata necessaria per attuare il taglio di 10 mila docenti ma, di fatto, riservata solo agli istituti tecnici e professionali: l’attuazione della legge 133/08, infatti, prevede per il 2011-2012 un taglio di 19700 cattedre, di cui 9200 alle elementari e 1300 alle medie.

Il rimanente taglio di 9200 docenti, destinato alle superiori, si concentrerà soprattutto nei tecnici e professionali dove sarà imponente la riduzione oraria. Ed allora per i sindacati esplode la guerra sugli organici: una corsa contro il tempo per scongiurare classi sempre più affollate ed orari ridotti ormai all’osso”.

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