RAPPORTO 2011 DELLA CARITAS ITALIANA: I GIOVANI SONO I NUOVI POVERI DEL TERZO MILLENNIO. NEL 2010 OLTRE 1 MILIONE DI PERSONE POVERE IN PIU' RISPETTO AL 2009

19.10.2011 12:14

Nel 2010 sono 8 milioni e 272 mila le persone povere (13,8%), contro i 7,810 milioni del 2009 (13,1%). Secondo i dati Istat, il 2010 ha registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di poverta': si e' passati da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%). 

 

 

Lo rileva il Rapporto 2011 'Poveri di diritti' della Caritas Italiana e la Fondazione Zancan.

 

Un titolo, spiega la Caritas, che nasce da ''una semplice, ma non scontata considerazione: alle persone che vivono in condizioni di poverta' si pensa solo in termini di insufficienti risorse economiche, ignorando che esiste tutta una serie di altre privazioni che peggiorano lo stato di precarieta' e ne impediscono il superamento. Il diritto alla casa, al lavoro, alla famiglia, all'alimentazione, alla salute, all'educazione, alla giustizia, pur tutelati dalla Costituzione italiana, sono i primi a essere messi in 

 

discussione e negati. Allo stesso modo, viene regolarmente violato il 'diritto a non scomparire per effetto statistico', visto che le statistiche sulla poverta' non riescono a documentare gli effetti devastanti della crisi per molte famiglie''.

 

Nel 2010 la poverta' relativa e' aumentata, rispetto all'anno precedente, tra le famiglie di 5 o piu' componenti (dal

 

 24,9 al 29,9%), tra le famiglie monogenitoriali (dall'11,8 al 14,1%), tra i nuclei residenti nel Mezzogiorno con tre o piu' figli minori (dal 36,7 al 47,3%) e tra le famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro (dal 13,7 al 17,1%). 

Ma la poverta' e' aumentata anche tra le famiglie che hanno come persona di riferimento un lavoratore autonomo (dal 6,2 al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8 al 5,6%). Per queste ultime e' aumentata anche la poverta' assoluta, passando dall'1,7 al 2,1%. 

 

''Se i poveri avessero dei diritti, - spiegano la Caritas e la Fondazione Zancan nel Rapporto - il primo sarebbe quello di poter sperare in una vita migliore, per se' e per i propri figli, e di sapere che l'uscita dalla poverta' e' possibile.

 

Invece oggi esiste una 'cultura diffusa' secondo cui le azioni a favore dei poveri da parte dello stato sono una specie di benevolenza, una concessione, una cura di mantenimento per poverta' di lungo periodo da cui e' difficile uscire. E' proprio questo atteggiamento a comportare la negazione di alcuni tra i diritti fondamentali: il diritto alla famiglia, al lavoro e al futuro per i giovani''.

La poverta' colpisce con particolare violenza le famiglie numerose, con piu' di due figli. ''Senza un adeguato sostegno - spiega il Rapporto - le famiglie non saranno incentivate a fare figli e le ripercussioni a livello demografico saranno pesanti''. Tuttavia, nel 

bilancio di previsione dello Stato per gli anni 2010-2013, il Fondo per le politiche della famiglia registra i seguenti decrementi: 185,3 milioni di euro nel 2010, 51,5 milioni nel 2011, 52,5 milioni nel 2010 e 31,4 milioni nel 2013.

In Italia, i cittadini tra i 15 e i 64 anni con un lavoro regolarmente retribuito sono quasi 22 milioni e 900 mila, il 56,9% dei cittadini. La percentuale e' tra le piu' basse dell'Occidente. Ci sono poi tre categorie particolarmente vulnerabili: i giovani (l'occupazione e' crollata dell'8% nel 2009 e del 5,3% nel 2010); le donne (in Italia lavora solo il 47%); le persone disabili (nel 2008 hanno fatto do-manda di assunzione 99.515 disabili e nel 2009 83.148, ma gli avviamenti effettivi al lavoro sono stati rispettivamente 28.306 e 20.830).

 

I giovani che hanno iniziato a lavorare a meta' degli anni Novanta matureranno verso il 2035 una pensione analoga a quella degli attuali pensionati con il minimo Inps, ossia di 500 euro.Sono i poveri relativi di oggi e i poveri assoluti di domani. 

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