ANCHE IN ITALIA LA TELEVISIONE DIVENTA SEMPRE PIU' INTERATTIVA. I TELESPETTATORI DIALOGANO CON I PROGRAMMI GRAZIE AI SOCIAL NETWORK

30.06.2013 20:03

dal sito LASTAMPA.IT

Leggo con interesse e riporto nella mia rubrica l'attenta analisi di Maria Grazia Bruzzone sulla trasformazione della tv favorita dalla crescita dei social network che a loro volta permettono una maggiore interazione con il pubblico da casa

 

Vi è mai capitato di guardare un programma televisivo avendo a portata di mano un tablet, un pc, uno smartphone? E di twittare in diretta commentando quel che vedete, o condividere i vostri giudizi con gli amici di Facebook, votare per il sondaggio istantaneo del momento o per scegliere le domande da sottoporre all’ospite di turno? Beh, siete anche voi parte della social tv: la tv partecipata attraverso i social networks.   

Un fenomeno nuovo, per una volta nato spontaneamenteper iniziativa degli spettatori-utenti, che i pubblicitari, presi quasi alla sprovvista, si affannano ad analizzare per capire come sfruttarlo commercialmente. Negli Usa come in Italia, e nel mondo.  

Qualcosa stanno già capendo. Un post di Business Insider rimanda ad un approfondito rapporto sull’argomento ( qui una breve sintesi) promosso dallo stesso sito di notizie economiche, offre un’indicazione già nel titolo: “La nascita della social tv. Come i social media stanno amplificando la pubblicità televisiva” (che, malgrado i vistosi cali, negli Usa vale $350 miliardi, da noi €7,4 miliardi). 

Come dire che, non solo l’integrazione fra media fa aumentare l’audience, ma attraverso i vostri like, i vostri pareri, i vostri tweet gli inserzionisti possono farsi un’idea più precisa sui telespettatori che seguono quel programma, così da mirare più efficacemente gli spot. E nascono osservatori che misurano non solo quanti telespettatori guardano la tv collegati ad altri mezzi ma, soprattutto, il grado di coinvolgimento.  

  

“La tv è social da sempre ma in forme diverse. Era social fin da quando la gente si recava al bar sotto casa per seguire la partita o Lascia e Raddoppia. Proprio questa è la differenza fra cinema e tv: mentre si guarda la tv si parla”. Così Roberta Elmi, pioniera del ramo e oggi vicedirettore di Rai1, durante un dibattito sulla social tv versione 2.0 al recente Festival del Giornalismo di Perugia.  

Si parla, si chiacchiera. E si partecipa, si interagisce col programma. Lo si faceva già attraverso le telefonate (come del resto alla radio). Con i social media tutto diventa più facile, e assume dimensioni di massa. Cosicché le reti tv si sforzano di inventare programmi ad hoc, o modificano quelli esistenti per favorire le interazioni. Rai5 è nato social, partendo contemporaneamente alla pagina Facebook, raccontava Elmi. I talk de La 7 sono in prima fila. 

Negli Usa il 62% dei telespettatori si collegano ai social media mentre guardano la tv, e di questi, il 25% discute/condivide quel che sta guardando.  

E’ quel “ coinvolgimento” che i tecnici del marketing, anche i nostrani, chiamano con una parola immancabilmente inglese, engagement. Blogmeter  lo ricava sommando likes+ condivisioni+ commenti postati su Facebook; oppure menzioni+ reply+retweets su Twitter (le menzioni magari sono negative, ma non fa niente). Dati "personali" che fanno sembrare l’anonimo Auditel uno strumento assai antiquato.  

  

Da noi le proporzioni sono ancora molto diverse. Ma dagli albori del 2011, quando Fiorello sempre più attratto dal mondo virtuale appose per la prima volta un hashtag al titolo di un programma televisivo, di acqua ne è passata sotto i ponti. 

Par di capire che all’inizio si analizzavano soprattutto le pagine di Facebook , e si contavano i fan di prodotti (in testa Nutella e Kinder cioccolato) e programmi (al top le Iene, il Grande Fratello), accanto ai quali cominciano ad emergere alcuni quotidiani online. 

La politica trascina la social tv. L’esplosione della social tv risale all’inizio di quest’anno quando al coinvolgimento social di trasmissioni leggere si intreccia – su Fb ma anche, e soprattutto, su Tw - quello di programmi di attualità politica, sull’onda delle imminenti elezioni.  

Certo, a fare boom è il Festival di San Remo , con quasi un milione e mezzo di menzioni su Fb e Tw, con una media di quasi 300.000 messaggi a puntata. Ma al di là di questo evento particolare è Servizio Pubblico la trasmissione tv più “chiacchierata”  (686.488 citazioni), merito anche della puntata con Berlusconi che da sola ottiene più di 200.000 commenti.  Segue Ballarò (268.000 menzioni) ma anche lo show/concorso canoro trasmesso in prima serata da Rai2 The voice of Italy , e Italia’s Got talent ,Masterchef così Tv Zoom racconta i primi tre mesi dell'anno. 

Su Fb trionfano Le Iene , le cui pagine in quei mesi hanno più di 2 milioni di fan, e 1 milione e 362mila interazioni. Bene anche Amici della de Filippi, seguito da Uomini e Donne La prova del cuoco ,Mistero Che tempo che faZelig .  

Ma è’ soprattutto su Twitter che in quei mesi emerge la nuova tendenza.  Ad andare per la maggiore sono programmi politici, i tanto discussi talk show, e oltre a Servizio Pubblico (unico ad ottenere oltre 600.000 interazioni su entrambi i social networks) e Ballarò , tra i più commentati sono Piazza Pulita eAgorà (la piazza mattutina di Rai3) che si sforzano di coinvolgere il pubblico mentre sono in onda, poiCrozza nel paese delle meraviglie Le Invasioni barbaricheMisteroPorta a porta , ultimo della top ten.  

Da notare che, se Fb è di gran lunga il social network più popolare, gli utenti di Twitter appaiono sembrano più politicizzati, e “sofisticati” se possiamo permetterci il termine. Ma forse non è per questo che Twitter sta diventando centrale nella social tv: secondo il citato rapporto di BI a contare è il fatto che la maggior parte dei suoi dati sono pubblici, il che rende più facile a chi fa marketing identificare i fan televisivi (eh sì, siamo “spiati” anche qui, e compaiono pure tweets-spot).  

E il recente crollo della politica social: -40%. Come che sia, da quando s’è insediato il governo Letta, e magari complice la primavera, il coinvolgimento social nella politica diminuisce molto. Lo si vede dai dati dimaggio. In cima alla classifica dell’ engagement da una parte (Fb) ci sono Amici, le Iene e The voice of Italy; dall’altra (Tw) in testa c’è di nuovo The voice of Italy (un vero successo social, non a caso forse tratto da un format olandese firmato da J. de Mol) seguito da Skysport e solo al terzo posto da Servizio Pubblico. 

   

Mentre a conquistare fan su Fb scalando le classifiche è per la prima volta un programma assai leggero di una rete minore, Real Time , (Canale 31 del digitale: Sex hospital, Come ti vesti?, Il re del cioccolato, L’eleganza del maschio, La sfida dette torte, tra le rubriche proposte).  

Che l’interesse per i temi politici vada scemando tra maggio e giugno lo racconta la sezione “social politics/analytics” del solito blogmeter (mentre su polismeter.it si possono vedere i dati nei dettagli, nonché i tweets più popolari settimana per settimana e persino giorno per giorno):  

  -40% discussioni politiche e engagement.  

Su Twitter, rispetto al corrispondente periodo precedente, le menzioni precipitano: Scelta civica perde l’83%, il Partito democratico il 60%, Grillo e il Movimento Cinquestelle il 48%, il Popolo della libertà il 31%, Renzi il 44%.  

Sulle pagine Facebooksi registra un fenomeno inusuale: una serie di persone hanno deciso addirittura diannullare la propria iscrizione dalle pagine di Grillo e del M5S. La prima perde ben 6013 fan (in media 135 fan al giorno), la seconda 2394.  

In generale anche su Fb l’ engagement complessivo diminuisce per tutti, ad eccezione della Lega: Monti cala addirittura del 93% (anche perché non scrive più un post da marzo), il Popolo della libertà del 70%, Silvio Berlusconi del 56%, il Partito Democratico del 54%, Renzi del 57%, Grillo del 32% e il Movimento Cinquestelle del 28% (comunque meno degli altri, osserviamo).  

L’ultima settimana. Quella chiusa venerdì 21 ha visto tra i programmi più social quelli politici: Ballaròsu Facebook e Otto e mezzo su Twitte -  a quanto risulta a Audisocial tv, un altro osservatorio specializzato, di Reputation manager.  

La trasmissione di Lilli Gruber e Paolo Pagliaro sarebbe addirittura primo su Twitter (26,3% dei tweets totali) seguito da Piazza Pulita (18,7%), terzo Ballarò(13,7%), quarto In Onda, poi Agorà e l’Ultima Parola
La tv social-politica resiste, insomma. Finché c’è. Ora a cancellarla ci penserà l’estate. E magari anche il nuovo proprietario de La 7 che, così come ha licenziato in tronco il co-conduttore di In Onda Nicola Porro, stando ai gossip sarebbe intenzionato a tagliare alcuni dei talk di punta,  tra i più social. 

 

 

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