I NOSTRI MILITARI MINACCIATI DAI VACCINI? SI ALLARGA L'INCHIESTA DI REPUBBLICA DOPO LE DICHIARAZIONI DELLO SCIENZIATO GIORDANO E DEL VIROLOGO TARRO

23.11.2012 12:35

Fonte: Repubblica.it

Sarebbero quasi 4000, secondo l'associazione di assistenza ai familiari dei caduti delle Forze Armate, i casi di contaminazione per uranio impoverito e altri agenti patogeni. Il dato di 3721 casi, fornito dalla Difesa, è peraltro molto inferiore alla realtà perché si riferisce solo a casi di militari in servizio, mentre esclude tutto il personale militare in congedo che ha lasciato il servizio ed i civili che lavorano nelle Forze Armate. Il 10 ottobre scorso nell'aula del Senato dedicata ai caduti di Nassiriya, l'onorevole Rosario Giorgio Costa, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, richiama duramente il Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Claudio Debertolis presente per un'audizione: "Le Forze Armate dovrebbero dotarsi di un ufficio che si occupi di questi casi, finora siamo stati il vostro ufficio relazioni con il pubblico, ma tra poco questa commissione chiuderà i battenti e ci chiediamo cosa sarà di queste persone". Debertolis risponde: "Mi assumo personalmente l'impegno a istituire un ufficio di questo tipo, che, è vero, non esiste".
Dall'altra parte dell'Oceano, a Philadelphia, il professor Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute sul cui livello scientifico e sulla cui imparzialità, nessuno ha dubbi, dichiara a Repubblica: "C'è un nesso riconosciuto tra vaccini ravvicinati e abbassamento delle difese immunitarie. E in Italia c'è pieno di posti ad alto tasso d'inquinamento altamente pericolosi per chi ha un sistema immunitario compromesso". A una domanda precisa ("Se venisse da lei un militare italiano che gli chiedesse un consiglio sul fatto di doversi sottoporre a una decina di vaccinazioni in un mese, cosa gli risponderebbe?"), Giordano ci ha detto. "Gli spiegherei che tanto vale suicidarsi". E lo stesso Giordano lancia la sua proposta: l'equipe di ricerca dello Sbarro Institute of Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia si mette a disposizione per fare, gratuitamente, studi scientifici in merito, per contribuire a far emergere la verità. Una proposta che, comunicata ai vertici della Sanità militare ha incontrato disponibilità e favore.
La Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, dunque, ora sta indagando sui danni da vaccini finora taciuti nonostante gli allarmi lanciati negli ultimi anni da numerosi medici e scienziati e dalle famiglie di centinaia di vittime. 
Alla decisione della Commissione ha contribuito anche il risultato del Progetto Signum, uno studio sull'impatto genotossico nelle unità militari, commissionato nel 2004 dalla Difesa a ricercatori civili e militari facenti capo a prestigiose università (Pisa, Roma, Genova). Dimostra che sottoporre una persona a più di cinque vaccini significa comprometterne il sistema immunitario. 

Nella relazione finale di Signum, consegnata il 17 gennaio 2011, si legge che lo stesso soggetto ipervaccinato, esposto ad agenti aggressivi come diossina, uranio impoverito, forte inquinamento ambientale, potrà facilmente sviluppare malattie gravi. Non solo, finora sono stati ignorati anche molti studi internazionali che sostengono la stessa evidenza e di cui ci parlano scienziati importanti che lavorano anche per altre nazioni come Giordano, Giulio Tarro medaglia d'oro del Presidente della Repubblica, infettivologo di fama mondiale, o Franco  Nobile del Centro di eccellenza nazionale per la lotta ai tumori di Siena, che ha effettuato studi proprio sui militari. Tutti medici indipendenti, che non hanno mai accettato sostegno né fondi da case farmaceutiche.

Secondo un'analisi dell'infettivologo Giulio Tarro: "Si può affermare che ha ricevuto una concentrazione di vaccini in tempi brevi, le cui componenti metalliche hanno interagito con i trigliceridi ed hanno formato dei complessi che hanno fatto da pacemaker alla proliferazione della malattia.... Le vaccinazioni, quando non condotte secondo i protocolli della Sanità militare, spesso sono causa o concausa delle patologie di cui risultano affetti gli stessi militari e che in casi molto frequenti hanno portato al decesso". 

 

Leggi di più su Repubblica.it e guarda l' intervista al prof. Antoinio Giordano

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