Gli appelli di Brunetta non hanno funzionato.

26.05.2010 19:31

Non sono scomparsi, né sono andati via dal nostro paese. Anzi la cura, o meglio, lo scossone Brunetta non ha funzionato come qualcuno immaginava. In Italia cresce l'esercito dei cosiddetti "bamboccioni". Sono prevalentemente ragazzi, o meglio uomini, celibi, e più che essere svogliati e passivi, rimangono in famiglia per problemi economici. Uno su cinque però non lavora e non studia.

A rivelarlo è il rapporto 2009 dell'Istat, secondo cui sono circa 7 milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora insieme ai genitori, loro malgrado. In molti, infatti, considerano la propria permanenza in famiglia non come una comoda attesa del lavoro resa più semplice da spazi di autonomia, ma come una rinuncia a causa delle scarse risorse. Non a caso i giovani che rivendicano come una scelta lo stare in famiglia scendono di dieci punti percentuali tra le femmine e di nove tra i maschi e si fermano attorno al 35 per cento.

Gli studenti sono un terzo del totale, gli occupati il 42,5 per cento. Ma è in crescita un fenomeno allarmante: poco più di due milioni di giovani, ossia il 21,2 per cento degli under 29, e quasi il doppio della media dei paesi Ocse, risulta fuori dal circuito formazione-lavoro.

Il Neet, ossia Not in education, employment or training, si arricchisce di anno in anno con la progressiva uscita dei giovani dal mercato del lavoro. Tra il 2008 e il 2009 i "neet" tra i 20 e i 24 anni sono aumentati del 13 per cento, e nel sud sono il 30,3 (contro il 14,5 del nord). In troppi poi si arrendono alla difficoltà di trovare lavoro e rinunciano alla ricerca attiva.

Quasi mezzo milione di giovani (436.000) è già fuori dai canali di istruzione e formazione, lontano dal mercato del lavoro, almeno quello regolare. In generale, tra i "bamboccioni" prevalgono gli uomini: tra i 30 e i 34 anni più di un terzo dei celibi non "spicca il volo", contro un quinto delle nubili.

Italia divisa - Al sud i giovani sotto i 34 anni che vivono in casa sono i due terzi del totale, contro la metà del nord-est. In ogni caso l'Istat segnala il disagio crescente dei giovani condannati a una lunga permanenza in casa.

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