E' COSTATA DAVVERO CARA L'INTERVISTA RILASCIATA AD ENRICO LUCCI. I RAMPOLLI DELLA NAPOLI BENE NON CONOSCONO LA CRISI, MA CADONO NEL TRANELLO DELLE IENE

15.01.2013 16:28

dal Corriere del Mezzogiorno
di Gianluca Abate

Francesco Amodeo, imprenditore napoletano nel settore della sanità privata e autore di un «romanzo new age», il motto se l'è tatuato sulla schiena: Visibilia ex invisibilibus, il visibile nasce dall'invisibile. Solo che, visto com'è andata, forse per questa volta era meglio restare invisibili. E già, ché da domenica sera — dopo la messa in onda di un servizio delle Iene sulla vita da «rampolli» ai tempi della crisi — lui e gli altri due protagonisti del servizio (il napoletano Carlo Palanca e, soprattutto, il salernitano Fabio Sapere) sono diventati il bersaglio dei social network, poco equamente divisi tra i tantissimi messaggi di critica e i pochi attestati di solidarietà, oltre a un non indifferente numero di prese in giro. Il motivo? Le frasi pronunciate dai tre ragazzi davanti alle telecamere dell'inviato Enrico Lucci.

Il primo ad apparire in tv è proprio Francesco Amodeo. Riceve il giornalista nella direzione della sua clinica, con tanto di Rolex d'oro d'ordinanza. E spiega serafico: «La crisi è psicologica, gli italiani sono stati spaventati». E, mentre Enrico Lucci gli fa il verso («Guardate meglio nelle vostre tasche voi che state ascoltando, i soldi ci sono»), lui spiega: «A Capri l'ultimo weekend di agosto, che è un po' una tradizione della Napoli bene, una stanza costa anche 300 euro a notte. Ed era tutto pieno». Altri esempi? «Abbiamo affittato un charter per Ibiza, e un'altra volta siamo partiti per la zona ricca di Rio in 15, tutti della Napoli bene».


La seconda tappa è a casa di Carlo Palanca, farmacista, napoletano. Chi è? Un «figlio di papà» che non s'accorge cosa accade nel mondo di tutti giorni o al contrario un ragazzo che ha (incautamente) accolto le telecamere in casa sua per mostrare «come ci si può divertire in maniera naturale, con cocacola e karaoke, lontano anni luce da Billionaire, droghe e superalcolici»? Lui, per la verità, la crisi esplicitamente non la nega mai. Ma dice che «c'è gente che ci marcia», che «con questa scusa aspettano una mano che cade dal cielo». Eppure è il più bersagliato dal popolo di Facebook. Forse per via di quel «Palanca party» dove «disoccupati non ce ne sono» perché alla porta bussano «tutti esponenti della buona borghesia». O forse per via di quelle due invitate che a Enrico Lucci raccontano la loro particolarissima versione. Inizia Serena: «Noi frequentiamo molti luoghi in a Napoli. Credo che sia un'invenzione la crisi, perché mi sono capitati ragazzi che fanno una sorta di gara a chi spende di più. Prendono lo champagne e lo gettano per terra, fanno una gara tra i tavoli a chi spende di più». Mara rincara la dose: «Io vado a fare i weekend fuori: Ischia, Capri. Tutti si permettono dei lussi, vanno in palestra, a ballare. Problemini? Ce ne sono sempre stati, la crisi è soltanto un modo di dire».

Chi invece non fa pubblica retromarcia è Fabio Sapere, salernitano, produttore di calcestruzzo, il terzo «rampollo» intervistato dalle Iene. Rolex al polso (e ben esibito) anche lui, l'imprenditore consegna a Enrico Lucci il suo credo: «La crisi non esiste. C'è sempre stato chi soffre, non è una novità». Una volta erano «schiavi e nobili», oggi «poveri e ricchi». Inutile chiedersi lui a che categoria appartenga: «Ho una Mercedes, ho avuto trecento donne, spendo cinquemila euro al mese per l'abbigliamento, vado spesso a fare shopping a Milano in via Montenapoleone, vacanze a Porto Cervo». E la crisi? «Non la vedo. Via Condotti a Roma è piena, via dei Mille a Napoli è piena. Billionaire strapieno». Insomma, «attorno a me non vedo gente che sta male», al «The Club a Milano in una sera ho speso cinquemila euro, il compleanno è costato quindicimila euro». È questo il mondo «vero», tutto il resto è «colpa di gente stupida e ignorante che inventa». Conclusione in discoteca, con l'imprenditore che beve ««sei bottiglie da 250 euro l'una», viene acclamato come «il principe Sapere» e tuona ai suoi sudditi: «La crisi non esiste, smettetela di lamentarvi e non rompete più i testicoli». 

 

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