MEDICI NAPOLETANI PER LA BUONA SANITÀ NEL BENIN. UN NUOVO CENTRO MEDICO PER GLI ABITANTI DI KALALE'

12.05.2015 13:48


Creare un presidio medico funzionante ed efficiente che dia la possibilità agli abitanti di Kalalé di curarsi in maniera sicura. È questo l’ultimo progetto del Consolato del Bénin. Tutto ciò sarà possibile grazie alla solidarietà e alla partecipazione di due donne medici di Napoli, le sorelle Marilina e Mena d’Orsi,
Specialiste in Scienza dell’ Alimentazione – Facoltà di Medicina e Chirugia di Napoli. 
Le sorelle d’Orsi sono state con il Console, Giuseppe Gambardella, nel suo ultimo viaggio umanitario in Bénin, svoltosi nel mese di aprile.

«Le Dottoresse hanno avuto modo di constatare personalmente le condizioni disagiate dei beninesi. In particolare degli abitanti del villaggio di Kalelé», ha dichiarato il Console.
Proprio a Kalalé, un paese ubicato nel nord del Bénin, la zona più povera, è situato un centro medico (Centre de santé de Kalalé) diretto dal Dottor Boniface Kpacha. Tuttavia, nonostante la preparazione e la buona volontà di chi lavora in questo centro, le condizioni generali di povertà non consentono prestazioni mediche efficienti e costanti.

«Ed è per questo che il Consolato del Bénin cercherà di sottoscrivere un protocollo di intesa “circolare”. Ovvero coinvolgendo tutti gli attori di questo progetto: la MedicHelpAGdorsi Onlus, delle Dott.sse d’ Orsi, il centro medico del Dottor Kpacha e il Consolato», ha affermato Gambardella.
In effetti tale collaborazione permetterà anche al giovane personale medico e paramedico del centro di Kalalé di acquisire nuove competenze utili e perfezionare la loro preparazione medica. In modo da migliorare “strutturalmente” l’efficienza del centro e dei presidi medici limitrofi nel medio-lungo termine. E non solo durante i momenti di assistenza diretta “in loco”.

Va detto che non è la prima volta che le sorelle d’Orsi intraprendono viaggi umanitari, infatti, in pochi anni sono riuscite a realizzare altre strutture mediche aiutando le popolazioni più disagiate dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia affiancate da varie istituzioni pubbliche e religiose tra cui il Pontificio Istituto Missioni Estere.
«Voglio esprimere la mia più sincera gratitudine alle sorelle d’Orsi che sono state con me in Bénin, mettendo a disposizione della popolazione di Kalalé le competenze accumulate in anni di studio e lavoro, non facendo mai mancare un supporto umanitario», ha asserito il Console.

Inoltre, va ricordato che nel villaggio di Kalalé, nella Regione di Aribori-Borgou, grazie all’attività del Consolato, è stata costruita una scuola grazie al nobile gesto di Don Vincenzo Scognamiglio, già Parroco di Santa Maria del Rosario in Castellammare  di Stabia. In particolare si tratta di una scuola secondaria di primo grado (un Collège), realizzata in memoria di Don Ugo di Capua, missionario in Africa che darà una istruzione ad oltre 200 ragazzi.

«Si ringrazia in particolar modo il Parroco della Chiesa S. Giuseppe e Madonna del Loreto di Monte di Procida Don Pasquale Mancuso, padre di grande nobiltà d’animo e sempre disponibile verso i più deboli, per averci dato l’opportunità di conoscere la piccola Benedetta Di Donna che in occasione della sua Prima Comunione ha contribuito alla costruzione di un pozzo d’acqua potabile destinata ai bambini della Repubblica del Bénin» ha dichiarato il Console.

L’ ultima grande opera è  la costruzione del 18esimo  pozzo di acqua potabile, realizzato a Kalalé dall’ Associazione partenopea “Friends and Bikers for Africa”, nella persona del Presidente Ing. Francesco Maglione cha da sempre ha contribuito, attraverso la Sua augusta persona e dei suoi sostenitori, alla crescita del nostro Paese.

Infine, va detto anche questa modalità di aiuto non è nuova al Consolato del Bénin. Non a caso, infatti, lo “strumento” del protocollo di intesa implica un atto bilaterale, biunivoco che impegna più parti a perseguire un progetto condiviso. In quest’ultimo caso la realizzazione di un centro medico efficiente.

«Sono orgoglioso della sottoscrizione di questo protocollo di intesa. Sono convinto che potrà contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della Repubblica del Bénin», ha concluso Gambardella.

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