12° SAGRA FRANCESCANA DI SOCCAVO. PICCOLI LUOGHI DI SOLIDARIETÀ PER REALIZZARE IL SOGNO DI UNA GRANDE COMUNITÀ MONDIALE

17.06.2013 16:18

di Lello la Pietra 
(Editoriale pubblicato sul giornale "Camminiamo insieme" dell' Ordine Francescano Secolare di Soccavo)

Essere una comunità, in cui si condividono sensazioni, emozioni, idee, non rappresenta  un facile obiettivo da raggiungere. Costruire una comunità, nella quale allo spirito di squadra si unisce quello del servizio sociale, del contributo alla migliore efficienza di servizi di cui usufruiamo tutti, è un percorso abbastanza tortuoso e molto ambizioso nella società in cui viviamo.

Molto spesso, infatti, questi segnali positivi, che fanno solo bene al nostro vivere quotidiano, alla crescita dei nostri figli e alla costruzione di un futuro più certo per i nostri giovani, sono molto rari e sporadici; emergono, periodicamente, in punti lontani di una città, di un territorio, di una regione e di una nazione. Si tratta di iniziative dove il collettivo è caratterizzato da un forte spirito di solidarietà e dalla voglia di lasciare un segno indelebile a chi vive ogni giorno quel posto.

Pensate se ci fosse un giusto collante, un filo conduttore che potesse unire tutte queste realtà associative, gruppi di giovani volontari, comunità religiose che trascorrono gran parte del proprio tempo in questi punti lontani e distanti uno dall’altro, pensando al prossimo, a favore del prossimo, per colui o coloro che non ce la fanno o non ce l’hanno fatta a vivere dignitosamente, a realizzare un sogno, un desiderio, anche il più semplice, il più banale.

E’ un concetto che forse potrebbe essere riduttivo se parliamo semplicemente di solidarietà, ma se immaginiamo o tocchiamo con mano tutto quello che c’è dietro un piccolo o grande gesto verso il prossimo, dietro un’ azione benefica o un’iniziativa, allora ci dovremmo ricredere. La solidarietà è qualcosa che va oltre il semplice gesto, è un atto che nobilita lo spirito, l’uomo, è qualcosa che ci rende anche più sereni, uniti e propensi ad allargare, oltre i propri confini, il concetto di comunità, di partire tutti insieme verso obiettivi unici e gratificanti. Il grande e saggio Mahatma Ghandi diceva che “la conclusione logica del sacrificio di sé, è che l'individuo si sacrifica per la comunità, la comunità si sacrifica per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione e la nazione per il mondo”.

La mia lunga premessa è strettamente collegata ad un esempio di segnale positivo in un punto lontano del pianeta. Parlo della tradizionale Sagra francescana organizzata dalla chiesa Maria SS di Montevergine di Soccavo, storico quartiere della zona occidentale di Napoli. Da oltre tre anni vengo piacevolmente coinvolto dai giovani dell’ordine francescano secolare per dare il mio contributo professionale e giornalistico alla manifestazione. E proprio in questo periodo ho constatato che lo spirito di squadra, l’unità del collettivo si rafforza sempre di più se la solidarietà è costante, vera, corale.

In  questo quartiere sono nato e cresciuto, questo ambiente religioso è stato da sempre il mio punto di riferimento e solo oggi, in età matura, mi rendo conto di quanto è fondamentale e indispensabile la presenza di una parrocchia “attiva” in un quartiere, anche il più piccolo del mondo. E se questa parrocchia è continuamente ravvivata dal sorriso di giovani dai sani valori, allora il gioco è fatto, la comunità ha tutte le condizioni per nascere, crescere e rappresentare la linfa vitale di un territorio. La Sagra Francescana non è solo momento di relax per famiglie e bambini, la degustazione di un buon panino e di prodotti tipici, l’applauso ad un gradevole spettacolo dal vivo. La Sagra Francescana ha resistito in tutti questi anni perché ha fidelizzato con il territorio, ha superato anche il 10° anno che è sempre un traguardo significativo per qualsiasi manifestazione ed  ha saputo creare un legame di speranza con i cittadini del quartiere rendendo possibile la solidarietà a bambini senza sorriso, a bambini sfortunati e senza fissa dimora, a bambini che hanno tutto il diritto di vivere e crescere dignitosamente, sognando concretamente il futuro e coltivando le proprie passioni.

Partecipare alla sagra, offrire il proprio contributo, piccolo o grande che sia, significa essere elementi integranti di quel sogno di comunità mondiale  e non solo di piccoli luoghi importanti, ma dispersi nel pianeta.

Mi piace concludere con una frase di uno stimato regista, musicista e sceneggiatore jugoslavo, Emir  Kusturica  che diceva : “La mia infanzia è stata caratterizzata dal rifiuto di quei miti religiosi che avevo ereditato senza aver mai praticato. La mia comunità, essendo minoritaria nel quartiere di Sarajevo in cui vivevo, è sempre stata ossessionata da un sentimento di minaccia; è per questo che nel mio quartiere le persone con cui ho giocato, lavorato, vissuto possedevano un temperamento più tenace”.

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